Giovanni Di Nicola |
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GIOVANNI
DI NICOLA Notizie
dellattività artistica sono state trasmesse con numerosi flash dal gazzettino di
Sicilia della RAI TV e radio libere. Sono
apparsi articoli stai seguenti giornali, riviste e libri. -Corriere
delle Madonie (15 gennaio 1972) ******************************************************************** LA SICILIA, giovedi 2/1/1964. SCULTURE COMPOSIZIONI IN FERROSBALZI SU
RAMEDISEGNI pubblicoLa scuola statale dArte: un vivaio di
autentici talenti con naturalezza, quasi con eleganza, e <<Il cavaliere>>o<<Il giocatore di basket>>o<<I danzatori>> innervano i loro tesi movimenti in unemozione appena contenuta in campo figurativo quasi al limite dellindeterminatezza, coma affermazione di un gusto portato ai confini dellatratto. Da notare anche gli smalti su rame,delicate coferme duna finezza despressione e buone
carte per il lavoro futuro. RAGUSA SERA Questi nostri ragazzi sono arsi da una fiamma che è un vessillo
e una grande fede nellarte . Di Nicola Giovanni pieno di spirito nelle sue
sculture in ferro; delicatamente decorativo nei suoi smalti.
Francesco Guliotta ***************************************************************************** DA COMPRENSORIO 35 & ARTE ITALIANA CONTEMPORANEA Larte
di Giovanni Di Nicola muove essenzialmente da un conflitto i cui, poli antitetici
il razionale e lirrazionale. che
sollecitano la fantasia dellartista a materializzarli. Razionale
è la sua ricerca stilistica, la forma in cui egli vuole rendere intelligibile
quelluniverso sotterraneo. In questa dialettica di opposti, matura felicemente
secondata da una abilità tecnica fuori dallordinario, larte del giovane
scultore. Nascono così figure che, allorigine scomposte, ossessive forse, sembrano placarsi nella l inearità delle strutture metalliche, delle scansioni. spaziali, dei ritmi compositivi. A questo ha condotto la mediazione razionale, il dominio delle tecniche su quanto si presenta ancora inorganico, informe; che, nondimeno, non è del tutto assente, superato nelloperazione creativa
(se così fosse, infatti, di quella tale tensione non avremmo più traccia). Ma è proprio qui il fascino delle sculture di Di Nicola: in questo margine che si sottrae alla
completa riduzione in forna finita. Senza rincorrere, del resto, a poetiche recentissime, come quella dellopera aperta, basterebbe in fondo pensare alle opere incompiute di. Michelangelo, oontestazione ante litteram della finitezza
della opera chiusa. In una diversa dimensione, in un contesto, anche culturale, estremamente dissimile, loperazione è, in qualche modo, analoga: nelle figure animali di Di Nicola, insomma, si può ravvisare lindefinibilità dellimmagine quale, parzialmente, la coglie, razionalizzandola, lo artista, nel suo emergere
da un fondo oscuro, intricato, caotico. Il compito di. suggerire la dimensione inespressa è assolto dai vuoti, dagli spazi bianchi si direbbe altrove; ma anche dallagrumarsi, in taluni punti, della materia, che non è incertezza, errore,
ma soluzione espressiva, non sappiano quanto consapevole. Proprio per questi aspetti, larte di. Di Nicola non può apparire attuale, e non già perchè alla moda, che, invece, attinge le sue ragioni profonde da unispirazione autentica, certanente valida.
Anno 1969
G. TRAINA
GIOVANNI DI NICOLA Da una dimensione espressiva anerge la scultura di Giovanni Di
Nicola. Se ad esempio Balla lavorava aiutato
da saldatori e meccanici in officina per tradurre il pensiero in opera, oggi molti artisti
lavorano con le proprie mani. il metallo. Cioè sono diventati così esperti nel
maneggiare martelli, tenaglie, fiamma ossidrica, lime in modo tale da poter ottenere
lopera completa senza alcuna collaborazione estranea. Uno di questi è Giovanni Di Nicola, giovanissimo, attento a una
sua soluzione plastica tramata da innumerevoli spezzoni di ferro, di lamiera scavate che
diventano occhio cresciuto a dismisura, artigli, lacerazioni come ferite ancora sanguinanti
e da cui si intravede la parte scheletrica. La scultura così è essenzializzata in graffi e superfici a
volte trasparenti, dove locchio può far circolare liberamente la propria
curiosità. La forma è geometrizzante e diventa una creatura animale,
labbozzo di un mostro reale e fantastico nello stesso tempo: un uomo e un uccello,
unocchio o unombelico, spezzoni dali o di mani. tronche?. Da un nucleo fittissimo di ferro saldato si apre aguzza o morbida
la sagoma irruente e plastica come un mosaico di questa scultura. E nessuna trovata
eccentrica sottopone questarte allusura del gratuito, a la misura di un
temperamento che avanza per gradi, per coerenza, per serietà di lavoro, donino i lenti
giorni della ricerca, della composizione. Per questo razionalità e intuizione vivono nella resa, ottenuta
sempre col fervore della partecipazione, senza deliri ma equilibrata verso soluzioni
legate piò al reale molto allusivo che allastratto. E del reato la composizione che dà il via allopera ricalca
in parte la struttura, il disegno di un organismo in fase di evoluzione, di crescita, di
completamento. Ha insomma una solida base da cui muovere e liberamente organizzarsi
come creatura autonoma, prepotentemente presente come esistenza fisica e non semplice
oggetto proposto plasticamente. Si nota la tendenza in queste sculture a drammatizzare il fatto
esistenziale, a sottolineare nellaggrumarsi delle linee la logica e naturale
conclusione che non può non essere drammatica. Questo legame alla vita comporta unindagine anatomica del
soggetto trattato, la conoscenza emozionante delle strutture animali, delle cose, la
capacità di comporre e quindi di scomporre, direi di spezzettare in minuti
frammenti un organismo per rivalerne le frequenze cosmiche, il ritmo universale. Quindi ripercorrere la tensione per trudurla in opera compiuta e
semplificata, quasi vivente, quasi in movimento ma senza più il miracolo della
prima scoperta, solo la coscienza dal dolore. Le figure diventano sempre più sanguinanti, a volte fisse e
quasi stupefatte per la loro stessa violenza, a volte chimeriche in innesti di visioni
direttamente tradotte nel metallo. tutta una tematica che questo giovane artista butta come
un fuoco agli utensili che gli occorrono per le sue costruzioni eccitate di continuo sul
filo del rischio barocco, dellazzardo nella composizione tra favola e magia, ma
nello stesso tempo sincere, anche se ancora non ordinata razionalmente per una piena
espressione. Credo ci sia chiara nellopera del Di Nicola intanto
lavvertita trama del reale insieme ricordo di oscure liturgie dadolescenza,
che qui. si esaltano in irruenza, in grumi metallici a livello psichico,
lasprezza di una fantasia che prende lavvio da recenti acquisizioni
plastiche, leccitazione della forma contorta e delirante. Certo le dissonanze ci sono quando il lavoro diventa
tumultuoso e si affastella. Allora viene soffocata in parte lariosa partenza
e sugli esiti pesa la mancata visione, in particolare, di uno schema limeare che
corrisponda allestro, come unione e collaborazione
allopera darte finale. Ma ciò può essere addebitato alla giovane età dellartista,
sul quale è lecito pronosticare un buon avvenire. Nel lavoro di Giovanni Di Nicola
ancora non completamente liberato da suggestioni abbiamo noi tutti che guardiamo la
possibilità di vedere o intuire molte cose del discorso sulla sua scultura, ma
devo dire che è importante percepire tutto linquietante simbolismo della sua
arte.
S. CROCE CAMERINA 1969
Enzo Leopardi GIORNALE DI
SICILIA 14/1/72 - pag. 6 CONCLUSA
AL VAGLIO DI CEFALU LA PERSONALE DI: DI NICOLA Si è conclusa al Vaglio di
Cefalù, la personale dello scultore Giovanni Di Nicola, lArtista di Comiso, il quale da
alcuni anni insegna presso lo Istituto dArte di Cefalù, nella recente esposizione
al centro darte, ha con fermato le sue eccelse doti espressive nellarte di
saldare e degli smalti. Giovanni.
Di Nicola, infatti, nonostante la sua giovane età, si presenta con
una sorprendente maturità. Il suo lavoro è incanalato
sulla direttrice del la scultura e, in modo più dilettantistico sullartigianato
artistico. La
sua personalità è lespressione
di ciò che egli crea, le sue opere sono lantitesi di ciò che esiste. Egli carca di
ottenere la sua opera lavorando con le proprie mani il metallo. Nella sua espressività
notiamo un legamento alla realtà velata, più che allastrattismo. Questo legame
alla vita comporta un indagine anatomica del soggetto trattato e successivamente di
scomporla per rilevarne il ritmo universale. Nascono così, figure che, allorigine
scomposte, inquietanti quasi, sembrano placarsi nella linearità delle strutture
metalliche. Un
vuoto per esempio, o taluni. spazi bianchi. fanno parte anchessi di una soluzione
espressiva. Infatti, è dallabbozzo, che si dà il via allopera da cui ai può
ricalcarne la struttura. Quindi, tutta la tematica tra favola e magia, tra reale e
fantastico. Si nota soprattutto nelle sue sculture la tendenza a drammatizzare il fatto
esistenziale. Il giovane Di Nicola, si trova quasi sempre in un eterno conflitto tra ciò
che è ragionevole e limmaginazione. ENZO
CESARE **********************************************************************
GIOVANNI DI NICOLA appartiene a quella generazione di giovani che, avendo
elaborato la scultura figurativa nel periodo dei
loro studi, in seguito hanno sentito di abbandonarla
come pre necessità imprescindibile e di fare
secondo le leggi. del suo linguaggio specifico
il quale costituisce (per chi ha in
sè come recepiti da una tradizione ambientale una
particolare sensibilità), lo strumento e la
testimonianza della propria certezza o
dellesistere. Da unanalisi di. forme concluse
nello spazio, il Di Nicola è passato ad altre forme in cui. il dinamismo, la ricerca di compenetrazione, sono appunto espressione
di vita. Le tecniche adoperate, la diligenza e la precisione dellesecuzione, ma
soprattutto la validità delle strutture fondamentali, escludono il sospetto di. una
ricerca estetica fine a se stessa e convalidino
piuttosto un discorso che fa dalloggetto un simbolo. La interdipendenza dello spazio con la forma, ottenuta per mezzo di. un
dinamico spostarsi dei volumi, che si fanno sempre più sottili, espressa da G. Di Nicola
con un linguaggio elegante, talvolta raffinato ma non ricercato che non frammenta,
alimenta anzi lidea di liberazione di una continuità ininterrotta, come una
esigenza di liberazione dai limiti, pur restando nella sfera umana fatta di luci e di
ombre. GEMMA SALVO BARCELLONA ************************************************************************************************************************ Augurio
allo scultore Giovanni. Di Nicola che sviluppa la sua fantasia attraverso laimiere
scavate-frastagliate slanci di metallo e ariosi ventagli: sintesi visive speranze
suggestioni che dalla terra si elevano per le nuove architetture in ampio linguaggio
spaziale-ermetico oggi incomprensibili alla massa per la strada, logorata dal
quotidianianismo meccanico delle vecchi forme che offendono i rapidi voli spaziali
creatrici di sensibilità interplanetaria.
GIACOMO GIARDINA *************************************************************
Le
recenti costruzioni in metallo di Giovanni Di Nicola, ispirate,come egli stesso dichiara,
alla sua passione per lo studio delle più piccole entità fisiche (cellule, atomi,
nuclei), si presentano al fruitore apparentemente impenetrabili e rigide, come sono e
devono essere tutte le strutture atomiche. Ma sulla rigida concezione atomica di Democrito
il poeta latino Lucrezio innestò la sua ricerca di poesia, di eleganza di saggezza, allo
stesso modo Giovanni Di Nicola cerca
di rendere docile e comunicativa una materia ardua e di per sè refrattaria. Che
egli riesca ad umanizzare e a rendere poetica questa ricerca, che riesca a caricarla di
una tensione umana fortemente sentita, a piegarla verso delle significazioni che
parlino anche al sentimento e allanimo; oltre che allintelligenza e allesprit
de geometrie, non ci sentiremo di affermare; ma è indubitabile che la ricerca di Di
Nicola appare guidata e direi illuminata da un senso di eleganza fatta di essenzialità,
di forza concettuale. E questo, se consideriamo tutto il percorso artistico di Di Nicola,
ci pare il risultato di una esperienza darte molto interessante e significativa il
cui senso più profondo é forse quello di una ricerca antologica sulla natura delle cose
e sulla loro apparenza di forme, sciolta e direi ribelle ai seducenti miti
delle spiegazioni religiose o spiritualistiche. La
realtà di Di Nicola è fatta di materia, di atomi; duri oppure tendenti a esorbitare dal
nucleo, impenetrabili e misteriosi come il ferro, il rame, il bronzo o ci approfondiamo
nella vertigine della loro qualità di resixtensee. Allo spirito delluomo
allora non resta altro che quello che fa Di Nicola; saldare i frammenti, i pezzi di questa
oggettività imprescutabile, per cercar
di dare loro forma danima e perplessità desistenza. Ma
sono quei frammenti, saldati dal sentimento delluomo (o dallartista), buoni,
conduttori. di spiritualità e darte. Maggio
1975 VINCENZO
MONFORTE Dal Corriere delle Madonie 1 giugno 1975 Quadrante delle lettere e delle arti *********************************************************************** PALERMOSPORT
25 maggio 1975 INCONTRI ARTE
MOSTRE A PALERMO Alla galleria la Botteguccia Giovanni Di Nicola e Giuseppe
Forte
.
GIUSEPPE
GERACI ********************************************************************* GIORNALE DI SICILIA pag.
3 - 30 maggio 1975 LE
RUBRICHE
mostre dArte G.F. e Giovanni Di Nicola hanno esposto in una galleria di Bagheria opere in
scultura il vivace consenso del pubblico e
della critica ha premiano la fatica generosa di entrambi in questultima riuscita
manifestazione. ******************************************************************** IL
FOGLIO DARTE Tuttarte
Gela Alla Botteguccia Giovanni Di Nicola espone una serie di sculture che in
chiave surreale suggellano momenti onorifici densi di sicura carica umana ********************************************************************
GIOVANNI DI NICOLA Le
sue opere, mentre da un lato, sembrano ispirarsi a certe eperienze della scultura inglese
contemporanea per i riferimenti ad un mondo zoomoforico, ricco di. allusioni, magiche,
quasi surreali, dallaltro si fondono essenzialmente in un organicismo embrionale,
dove interviene lo scatto immaginativo a liberare la materia plastica del vincolo o
pretesto naturalistico. Piuttosto di Di Nicola avverte la suggestione di certe analogie
con le forme naturali, cogliendo in quelle sue immaginarie germinazioni. lo sviluppo più
dinamico ed allusivo, meglio rispondente alle necessità organiche di una crescita quasi
spontanea verso lo spazio e la luce. Lo stesso dinamismo, in senso per altro vitalistico,
sorge direttamente dalla struttura di quelle forme che si continuino e si dilatano oltre i
contorni frastagliati per identificarsi nei moti naturali degli elementi, risolvendo le
stesse resistenze dei volumi a la durezza della materia prescelta, in un ritmo fluente,
germinativo, ora aprendosi a morbidi rilievi o magica raggiera, ora fermandosi nelle
ombre incavate per continuare a snodarsi in avvolgimenti, in riprese ascensionali ai,
limiti. di un equilibrio strutturale. Ma
la sua avventura plastica non ha soste, perchè lartista capisce bene che ogni
esigenza dimensionale o plastica deve rispondere, al ritmo spaziale, alla energia interna
che configura quella materia in una presenza viva, reale, che si inserisce nella natura
medesta ma come protagonista di. una vicenda di. mutazioni, sempre nuove e suggestive. Maggio
1975
GIOVANNI CAPUZZO
Dal Corriere delle Madonie - 1 giugno - 1975 *******************************************************************
A Giovanni Di Nicola. Per il percorso artistico di questo scultore,
nato a Comiso, bisogna parlare di due momenti ben distinti. Da forme concluse nello spazio, infatti, il Di Nicola è passato a forme
aperte, realizzate attraverso un dinamico spostarsi di volumi: sottili, eleganti,
raffinati, ora aguzzi e ora morbidi, sempre impeccabili nellesecuzione. Da quando questo mutamento di rotta?. E lo stesso giovane artista che
candidamente ce lo confessa; da quando si è appassionato allo studio delle più piccole
entità fisiche (cellule, atomi., nuclei). Ma può un contenuto di. questo genere dar vita
ad autentica poesia figurativa?. Condivido pienamente quanto scritto dal Prof. Vincenzo Monforte: Come sulla rigida concezione atomica di Democrito il
poeta latino Lucrezio innestò la sua ricerca di poesia, allo stesso modo Giovanni Di
Nicola cerca di rendere docile e comunicativa una materia ardua e di per sè refrattaria.
In che modo?. Quando queste forme aperte e dinamiche diventano espressione di Vita?. Quando
questi innumerevoli spezzoni di ferro, di metallo, di lamiere scavate - trattati
magistralmente con martelli, tenaglie, lime, fiamma ossidrica - diventano occhi, artigli,
ali, mani, corpi che fremono, anime - starei per dire - che gioiscono e soffrono. Un discorso critico sulla scultura di Giovanni Di Nicola non può ignorare
questo conflitto tra razionale (valori formali; la ricerca stilistica, insomma) e
irrazionale (valori contenutistici; mostri, creature irreali, animali fantastici), questa
dialettica felicemente favorita - come abbiamo detto - da una abilità tecnica non comune;
con il risultato di dar vita spesso ad autentici valori poetici. Genova 1 Ottobre 1975
GIUSEPPE CALERO *************************************************************
GIOVANNI DI NICOLA O DELLA SCULTURA GENETICA Sosteneva
recentemente Dore Ashton che incomprensione, pregiudizio e confusione hanno caratterzzato
linterpretazione storica della scultura moderna al punto da indurre i critici più
acuti di questarte primo fra tutti Baudelaire - a naufragare nellincertezza e
nellequivoco quando ne hanno affrontato il problema. Infatti,
non per limitatezza di vedute ma a causa delle infelici esperienze derivato dalla scultura
del suo tempo, Baudelaire arrivò a considerare la scultura come unarte secondaria,
giacchè essa non presenta un solo punto di osservazione come la pittura. Benvenuto
Cellini, molto tempo prima, aveva sostenuto invece che la sua arte, rispetto alla pittura,
era sette volte più grande, in quanto la statua deve possedere otto punti di
osservazione diversi. Dopo Baudelaire, anche Hebert Read, studioso di grande
sensibilità, limita la scultura nella ristretta dimensione di unarte
tattile, riprendendo in tal modo i preconcetti visivi della scultura
rinascimentale. Ciò
che auspicava Baudelaire era, dunque, il raggiungimento di un elevato grado di astrazione
nella scultura, la quale doveva essere una composizione generale dellarabesco
che è mobile e variabile .come un paesaggio montagnoso. La
scultura di Rodin, caratterizzata, secondo Rilke, da innumerevoli superfici
viventi, si sostanzia anche, e per la prima volta, di tutti gli aspetti visivi,
ponendosi di conseguenza come momento di rinnovamento e di legate tra il diciannovesimo e
il ventesimo secolo. Lavvento della scultura di Rodin segna infatti linizio
della scultura moderna e il tramonto di quella convenzionale. La
scultura contemporanea, grazie anche alle forti spinte precedenti, brucia le tappe,
rivelandosi infine più audace e rivoluzionaria della pittura. tuttavia
non bisogna dimenticare che già allinizio del secolo intuizioni come quelle del
grande teorico dellarchitettura, Luis H. Sullivan, sono state, e sono tuttora, alla
base delle più significative innovazioni operate nel campo dellarte. I
suoi punti di vista tendevano, infatti, ad esasperare sempre laspetto soggettivo e
astratto della creazione. Cercate di non dimenticare mai - diceva Sullivan - che
tutte le cose che vedete o udite, hanno un doppio significato: prima di tutto un senso
oggettivo o esterno, ossia laspetto, e quindi un senso, soggettivo o interno. Sullivan
anticipa, per molti versi la necessità dei doppi piani di lettura (significato e
significante), ossia presuppone, intuitivamente, una semiotica dellarte,
linterpretazione adeguata di un sistema di segni, propri della pittura, scultura e
architettura. Su
questo piano di partecipazione e di rilevamento, di comunicazione, va riportata, pertanto,
linteressante scultura di. Giovanni Di Nicola, la sostanza sia formale che
ideologica di essa. Tolta
così alla sua omogeneità organica e invisibile, ai momenti fondanti della sua genesi - o
di. una sua prassi costitutiva -, la materia di cui si avvale Di Nicola si enuclea in
aggregazioni cellulari a tendenza radiale al fine di non precostituirsi, abolendo il
volume, nella rappresentatività totale dello spazio, o nella normativa che solitamente
identifica lo spazio con la scultura. Costituzionalmente
frontale e ravvicinata, appunto percbè sede germinale e raccolta di eventi morfogenetici,
la scultura di Di Nicola non si affida tanto ad una ormai scontata ritualità di elementi
plastici, quanto ad ma sua peculiare dinamica di struttura, ad un suo modello matematico
del mescolamento, dove non esistono altre componenti strutturali se non
laccrescimento insubordinato e suggestivo di un diverso processo formativo. Un
gesto della scultura che tende ad associare la figurazione contemporanea con forme di vita
e di sviluppo, o con forme di crescenza (umane, animali, vegetali) date come forme
corrispondenti ma autonome rispetto a quelle naturali (le sculture di Falkenstein, Mar
Ernest, César, Paolozzi, Chadwik, Mooy, DHaese, per esempio). Accade
cioè, che la scultura contemporanea - come ci è dato volere anche attraverso questi
avvertiti repertori
creativi di Di Nicola dopo avere superato i
volumi. corporei compatti e concreti, in cui le fonti plastiche sono ben più privilegiate
e significative rispetto alle interpretazioni simboliche, si muova sempre più verso
creazioni spaziali aperte. Ciò avviene deliberatamente ma mai casualmente, giacchè tali
aperture come giustamente avverte Trier - sono
sempre memori della questione circa il significato di questi oggetti di nuovo genere
e circa le intenzioni che possono aver condotto gli artisti e crearli. Lattenzione intelligente e critica, portata da
Giovanni Di Nicola dentro gli elementi organizzativi della propria scultura, è infatti
maggiormente riscontrabile là dove la memoria, come presupposto ed energia dell
immaginazione creativa, diviene precisa scelta operativa, supporto culturale e storico
della stessa condizione dellartista (cioè memoria del proprio tempo). Così
il ferro, abilmente controdesunto da Di Nicola nelle sue potenzialità intrinseche ed
espressive e altrettanto abilmente costretto ad una sua frammentazione duso,
si trasforma esso stesso in dissacratore della omogeneità apparente della materia. Il
ferro diviene dunque straordinaria mobilità tattile e visiva di morfologie allusive
(tonde ed espansive, filiforme e intrecciate, sfuggenti), sino a proporre (nel momento in
cui esso si fa energia aggregante) approcci e ipotesi figurali; o a evocare, nella
credibilità partecipata dei nessi e delle saldature, nei grovigli, come nelle libere
trame strutturali fantastiche primordialità viventi. Una disponibilità operativa -
quella di Giovanni Di Nicola che anche ne gli attuali lavori, tolti allo spazio del
vuoto per darsi dalla frontalità piena della parte, sottolinea e
conferma loriginalità sia stipulativa che ideativa di questo personalissimo
scultore siciliano ****************************************************************** DI
NICOLA VISTO DA FORTE Conosco
Di Nicola da alcuni anni e, fin dai. primi, nostri incontri, ho sempre ammirato la sua
tenacia e la sua forte volontà di migliorare tecnicamente e artisticamente il lavoro
intrapreso. Ricordo
sempre il Di Nicola, dopo le ore di insegnamento, intento nel suo laboratorio, di Corso
Ruggiero, a sprigionare da dure forme metalliche, con la pazienza e la passione di. un
vero artigiano-artista, eleganti elementi compositivi degni della più qualificante scuola
contemporanea. I
suoi soggetti, a prima vista inafferrabili, si rivelano, dopo unappassionata ed
attenta analisi, perfettamente leggibili. Vi troviamo spunti tratti dalla realtà a noi
vicina come animali, volatili, elementi. marini e vegetali o episodi biblici modificati
dalla sensibilità dellesecutore. Nelle
sculture in rame e in bronzo si articolano, accanto al nucleo centrale, nervature
metalliche a spirale, fuse saldate, o intrecciantisi in giuochi lineari così composti ed
eleganti da assumere la parvenza quasi grafica. Le composizioni, così articolate e tante
volte arricchite da punti cromatici dai colori intensi e luminosi su piastrine di rame
smaltato, rafforzano la carica espressiva ed emozionale delle immagini rappresentate.
Serpenti, teste di uccelli o figure avvolte da pesanti mantelli, ossidati e raggrinzati
dalla fiamma ossidrica, diventano cellule contaminate, quasi a significare la sicura fine
della specie animale o vegetale se non viene affrontato energicamente e seriamente il
problema ecologico. Anche
in tema religioso, trattati dal Di Nicola, ci invitano a meditare sulla natura
delluomo e la scultura esposta in questa mostra al Vaglio col N° 11 ne
è un tipico esempio. Sopra un cumulo di grovigli di fili metallici, che sono le passioni
e i travagli interiori delluomo, si erge, entro un cerchio, una croce incontaminata
e lineare con accanto tre elementi ascensionali indicanti la Trinità e nello stesso tempo
le aspirazioni umane per qualcosa di più elevato. Il.
messaggio di Di Nicola vuole quindi essere un invito di ritorno alla natura, alla
semplicità a quelle buone tradizioni che rischiano di perdere se continueremo a correre
dietro emblemi consumistici che fortunatamente ci incominciano a lasciare sempre più insoddisfatti. GIUSEPPE FORTE Dal Corriere delle Madonie
anno XIII N0 1 gennaio 1976 *************************************************************
Lusinghieri.
apprezzamenti critici e meritato afflusso di pubblico sta riscuotendo La Mostra di
Scultura, che Giovanni Di Nicola ha allestito presso in Centro dArte Il
Vaglio di Cefalù. La
mostra inaugurata durante le festività natalizie, raccoglie molte opere di alto livello
tecnico ed artistico. Giovanni
Di Nicola ha superato da tempo la fase sperimentale e scolastica e presenta a Cefalù
sculture eseguite in ferro battuto e rame. Mirabile
è lesecuzione tecnica con la quale Di Nicola accosta i vari filimenti metallici per
creare immagini che al proiettano nello spazio con elegante movimento. Elementi
che al primo sguardo possono sembrare astratti o informali; rivelano invece un mondo vivo,
reale, analizzato nei minimi particolari. Cefalù,
lì 3 gennaio 1976
MARIO LOMBARDO *********************************************************************
ARTIS
anno II° a. 6 - 1976 Bimestrale
di. Arte Cultura e Attualità Cè
molta carica fantastica nelle sculture di Di Nicola, ma vi è pure la faticosa e
felicemente vissuta fatica di rendere il ferro, materia grezza e così poco malleabile,
adatto ad esprimere esseri viventi, ad avere una sua vita propria. Dalle
mani di questo giovane artista cefaludese escono così forme primordiali di esistenza
inserentesi in uno spazio che non ha nulla di definito ma si apre ad infinite variabili di
intuizioni e di comprensioni. Le
lamiere di ferro, i fili avvolgenti le figure, la cavità di insetti o di animali
preistorici prendono lo spettatore in un ritmo che talvolta si fa irruente e talvolta si
placa in una statica contemplazione dellessere. Non
cè nulla di ermetico, come potrebbe apparire a prima vista, così come non vi è
nulla di volutamente astratto, semmai di stilizzato, di incorporeo come se la pesantezza
delle masse corporee togliesse, in una lotta impari, la capacità di cogliere la sostanza
di una forma che è lidea primaria dellessere e la sua stessa ragione di
esistere. Per
questo una sosta dinnanzi alle sue opere ci riporta ad una meditazione profonda di ciò
che siamo stati, di ciò che vorremmo essere.
MOSTRE Il
giorno 8 alle ore 18,30. e come nelle mani di Di Nicola (il ferro diviene straordinaria
mobilità tattile e visiva di morfologie illusive) ******************************************************************* LORA 3 gennaio 1977 Cefalù, 3 gennaio 1977
lusinghieri apprezzamenti critici e meritato afflusso di pubblico sta riscuotendo la
mostra di scultura, pittura e grafica che Giuseppe Forte e Giovanni Di Nicola hanno allestito
presso il Centro dArte IL VAGLIO di Cefalù. La mostra inaugurata
durante le festività natalizio, raccoglie più di trenta opere di alto livello tecnico e
artistico. Giovanni. Di Nicola ha superato da tempo la fase sperimentale e scolastica e
presenta a Cefalù sculture, eseguite in ferro battuto e rame. Mirabile è
lesecuzione tecnica con la quale Di Nicola accosta i vari filamenti metallici per
creare immagini che si proiettano nello spazio con elegante movimento. Elementi che al
primo sguardo possono sembrare astratti o informali, rivelano invece un mondo vivo, reale,
analizzato nei minimi particolari.
MARIO LOMBARDO Comiso
Viva COMISO CITTA DARTE la luminosità trova un nucleo endogeno nelle sculture in metallo di
Giovanni. Di Nicola sono frammenti di organismi in divenire, drammaticamente emblematici
di unepoca lacerata e contraddittoria,
esaltata dal contrasto tra superfici levigate ed efflorescenze e rugosità dei
nuclei centrali. LUCIAINO
MARZIANO
CENTROARTIVISIVE PERSEO Firenze, 1978 Partendo
da uno stile raffinato, quasi purovisibilismo, Giovanni Di Nicola affronta
questa personale fiorentina presentando il prodotto ultimo della sua costante ricerca
formale. Si può parlare di affinamento stilistico, di estrema ricercatezza nella fase
finale delloperato artistico, di dinamica dellinsieme che offre la
possibilità allopera compiuta di mostrare varie fasi dellitinerario percorso
dallautore per la realizzazione della propria idea. In
queste sfumature, in questi piccoli dettagli formali, risiede a nostro avviso, una delle
chiavi di lettura delle opere presenti in mostra: il gusto per il particolare, la cura
estrema prestata al singolo elemento della compagine figurativa, la possibilità da parte
dello spettatore di compiere il processo reversibile dal pezzo finito alle varie parti che
lo compongono. E
il compito del critico in questo caso, finisce qui; ogni altro messaggio lo si affida
direttamente alloggetto del nostro discorso: le composizioni di Di Nicola. LUCIA
BRUNI ******************************************************************
LA NAZIONE Firenze. Martedì, 21 febbraio 1978 Lo scultore siciliano Giovanni Di Nicola
che ha presentato una ventina di opere nella galleria PERSEO Via Dè
Bentaccordi 6-14 Rosso affronta nei suoi più recenti
lavori il grosso problema (non soltanto formale) di una scultura non più legata al volume
nello spazio. Il
tema non è nuovo, ma sempre nuovo il suo continuo rischio di scivolare nel pittorico o
nella gioielleria. Non diremmo che Di Nicola (dai gusto raffinatissimo) eviti del tutto
questo rischio, ci va incontro, anzi addirittura inserendo nelle sue composizioni spesso
rabescali forme smaltate di vario colore, nè le dimensioni delle sue opere lo salvano del
tutto dalla grazia un po eccessiva, tipica, appunto del gioiello. Ma
queste sue sculture ispirate, sembra a certe forme di parti infinitesimali viste al
microscopio (un microbo, una cellula) raggiungono anche inquietanti valori, che
sottintendono non sappiamo quale dramma: per esempio il dramma della nascita e della vita.
ROMOLO DE MARTINO *******************************************************************
Recensione della LA REVUE MODERNE
DES ARTS ET DE LA VIE -PARIS 15°
Traduzione dal francese Giovanni
Di Nicola presenta delle sculture in metallo di una grande presenza formale. Fa prova di
una bella padronanza tecnica e testimonia una grande autenticità. Con uno stile raffinato sprigiona unenergia
una forza dando alle sue opere una nuova dimensione plastica. Le sue sculture egli le
arricchisce della sua propria
sensibilità e ci fa scoprire una vera personalità e un senso estetico profondo. Le sue opere si affermano sottilmente nello
spazio. Questo
scultore italiano nato nel 1945 ha frequentato lIstituto Statale dArte, poi
laccademia delle Belle Arti a Roma e dal
1961 organizza ogni anno una esposizione.
24/2/1978
FRARCOIS PERCHE ******************************************************************
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lartista Comisano ha esposto i pezzi più pregevoli della sua recente produzione
artistica riscuotendo unanimi e lusinghieri
apprezzamenti critici. Le sue sculture a fili di rame si caratterizzano per la leggiadria
e leleganza delle forme che pur rasentando la preziosità dei gioielli mantengono
quella struttura propria della materia tridimensionale e danno vita a motivi di una nuova
figurazione, ove la realtà non è
mai del tutto accantonata, inquadrandosi nelle più avanzate ricerche davanguardia.
GIUSEPPE FORTE ******************************************************************
dal
4 al 17 febbraio, Giovanni Di Nicola con le sue artistiche sculture in metallo che
rappresentano una novità per Firenze e che per la loro grazia e perfezione artistica
hanno ottenuto un notevole successo di pubblico e di critica.
LA REDAZIONE *****************************************************************
SELEZIONE ARTE ITALIANA
il discorso plastico che Di Nicola va approfondendo nellambito di una personale
visione di forme nello spazio acquista sempre più autorità perchè sorretto da solida
preparazione culturale di base e da chiara visione di presupposti critici. Laccostamento
di. elementi volumetrici ed altri puramente spaziali si riscontra spesso nelle sue opere,
come espressione costante, che mira a mettere in relazione aspetti della tradizione con
altri rinnovatori, in una simbiosi geniale nellimpostazione tridimensionale. Egli
ama trasferire, nella vibrazione della materia nello spazio, emozioni, sensazioni e
sentimenti che la realtà esterna suscita nellanimo, sottoponendo la materia
lavorata alle mutazioni suggerite da una fervida fantasia e facendo assumere alla stessa
forme astratto-concrete, che nella positura spaziale ai arricchiscono di ulteriori
significazioni con lapporto della luce. ***************************************************************** La luminosità trova un nucleo endogeno nelle sculture in metallo di Giovanni
Di Nicola. Sono frammenti di organismi in divenire, drammaticamente emblematici di
unepoca lacerata e contraddittoria, esaltata dal contrasto tra superfici levigate ed
efflorescenze e rugosità dei nuclei centrali. Molto intensa lattività svolta dellartista nella produzione di oggetti che manifestano linteresse per il design al quale Di Nicola si applica utilizzando i suoi moduli operativi.
L. MARZIANO ****************************************************************** EDITRICE "L' E'LITE - VARESE "CONTENITORE DI SOGNI" - Acciaio, rame, bronzo - 70 x 50 x 50
Dl NICOLA GIOVANNI «Artista
dotato di ricca sensibilità e di eccellente creatività, Di Nicola realizza sculture in
metallo dai sicuri effetti plastici e dallalto spessore artistico e culturale, che
testimoniano un originale rielaborazione delle acquisizioni maturate nel corso della
sua attività. Le creazioni non sono mai rigidamente statiche, ma si arricchiscono dì
inflessioni ed effetti scenografici, che provano la valentiz del maestro e (urgenza
interiore di dare un significato e unanima alla materia trattata. Essa non è mai
ripetitiva e uniforme, ma varia e muta di volta in volta e comunica unatmosfera di
mirabile armonia espressiva e compositiva, e, talvolta, si piega ad esiti di seducente
lirismo, che denota una rara ricchezza ideativa. (S. Perdicaro) Indirizzo:
via Vicinale Marsala, casella postale 64 - 90015 Cetalù (Palermo). S. PERDICARO ******************************************************************
Giovanni
Di Nicola ha frequentato listituto statale darte. Nel 1962 trasferitosi a Roma
ha frequentato laccademia dì Belle Arti e studi di artisti dedicandosi alla
scultura in metallo. Dal 1968 è docente di discipline plastiche presso listituto
statale darte di Cefalù. Le sue opere sono una rappresentazione non figurativa di
sogni, rievocative di ricordi, aspirazioni, stati danimo, con tecnica di fusione,
forgiatura, saldatura con metalli policromi. Di Nicola ha sacrificato lattività
espositiva riducendo al minimo le sue esposizioni. Giovanni Di Nicola, riesce a
stupire attraversando il confine con il sogno con opere fantastiche e appartenenti ad un
cosmo dove ci è permesso varcare la soglia seguendo i suoi messaggi di libertà del
pensiero e del gesto creativo... Mariarosaria Belgiovine
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